Musk contro la figlia trans, Lega odia i nomi femminili e l’aborto in Polonia è ancora reato
Le liste d’attesa sono ancora lunghe in Italia e il nuovo decreto sanità è mal finanziato e contiene cose già esistenti
Nella provincia di Treviso, due genitori di studenti di una scuola media hanno richiesto e ottenuto che ai loro figli non venga insegnata la Divina Commedia di Dante Alighieri. La motivazione addotta è che l’opera letteraria offenderebbe l’Islam.
Tutto è iniziato quando l’insegnante di italiano ha chiesto agli studenti che non seguono le lezioni di religione cattolica di riportare sul diario una nota per chiedere il parere dei genitori sull’insegnamento della Divina Commedia. In seguito a questa richiesta, due famiglie musulmane hanno espresso la loro contrarietà, che è stata accolta sia dall’insegnante che dalla preside. Così, due studenti sono stati esentati dallo studio della Divina Commedia, concentrandosi invece sull’opera di Boccaccio.
Questa richiesta preventiva dell’insegnante deriva dal fatto che in passato aveva avuto problemi con famiglie di religioni diverse dalla cattolica. Casi simili si sono verificati anche in altri paesi, dove l’opera di Dante è stata riadattata o censurata per non urtare la sensibilità dei fedeli musulmani. Addirittura una decina di anni fa, un’organizzazione aveva chiesto l’eliminazione della Divina Commedia dai programmi scolastici.
Il problema principale riguarda il fatto che Dante, nel 28esimo canto dell’Inferno, incontra Maometto, considerandolo un seminatore di discordie. Secondo gli esperti, Dante credeva in una leggenda crociata, priva di fondamento, secondo cui Maometto sarebbe stato un prete cristiano deluso che avrebbe fondato una nuova religione. Questo aspetto è ritenuto offensivo dalla comunità musulmana.
Il Ministro dell’Istruzione Valditara ha definito questa scelta “inammissibile” e ha inviato degli ispettori per indagare sulla questione. Il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha criticato la decisione della preside di esonerare gli studenti dallo studio di Dante, sottolineando l’importanza dell’inclusione e dell’integrazione culturale. Anche Matteo Salvini ha commentato la vicenda, attribuendo la responsabilità al “pseudo-professore” che ha acconsentito alla richiesta delle famiglie. La Lega ha presentato una risoluzione in consiglio per sottolineare l’importanza della figura di Dante nella letteratura italiana e per evitare strumentalizzazioni. La situazione ha sollevato polemiche sulla difesa della cultura italiana e sull’importanza di preservare l’identità nazionale.
L’emendamento proposto in Commissione Affari Costituzionali riguarda la richiesta che i riti islamici all’interno dei centri culturali vengano celebrati in italiano, presentato dai deputati della Lega Igor Iezzi e Laura Ravetto. Questa richiesta non è nuova per la Lega, che ha avanzato proposte simili in passato, soprattutto riguardo ai sermoni degli imam locali. Secondo la Lega, questa misura servirebbe a prevenire la propaganda e la radicalizzazione religiosa, e di conseguenza eventuali attentati. L’emendamento prevede sanzioni amministrative da 2.000 a 10.000 euro per chi viola questa disposizione, con la possibilità per il prefetto di ordinare la chiusura del luogo di culto in caso di violazione. Attualmente, ci sono 343 emendamenti al ddl Sicurezza in esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, di cui la maggioranza è presentata dalla Lega, FdI, FI e Noi moderati. L’opposizione ha presentato un numero significativo di emendamenti, con una forte presenza del Pd, M5S, Avs, Azione, Iv, +Europa e Misto. La proposta ha suscitato reazioni contrastanti, con il capogruppo Avs definendola un “scherzo” e accusando la Lega di alimentare divisioni e odio nella società.
Questo emendamento mira a vietare la coltivazione e il commercio della cannabis light, una varietà con bassi livelli di THC, consentita dalla legge del 2016. Negli ultimi dieci anni, molte aziende hanno sfruttato questa normativa ambigua per coltivare la cannabis light senza problemi legali. Secondo stime, in Italia ci sono circa 800 aziende agricole e 1.500 ditte specializzate nella trasformazione della cannabis light, impiegando circa 10.000 lavoratori.
Tuttavia, il nuovo emendamento potrebbe cambiare le regole del gioco, vietando la produzione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto contenente infiorescenze di cannabis light. Questa mossa metterebbe a rischio non solo le aziende che coltivano direttamente la cannabis, ma anche quelle che producono oli di cannabidiolo (CBD), un altro principio attivo della marijuana noto per le sue proprietà rilassanti.
Inoltre, il divieto si estende anche all’uso di “immagini o disegni, anche in forma stilizzata, che riproducano l’intera pianta di canapa o sue parti su insegne, cartelli, manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità per la promozione di attività commerciali”. 1 La pena prevista per chi viola questa norma è la reclusione da sei mesi a due anni e una multa fino a 20.000 euro.
L’emendamento della Lega all’articolo 15 del ddl Sicurezza prevede che le indagini sulle violenze eventualmente commesse dalle forze dell’ordine in servizio non saranno più di competenza della procura, ma dell’Avvocatura di Stato. 1 Inoltre, le spese legali per l’agente o l’ufficiale incriminato saranno a carico dello Stato, che si rivarrà sull’imputato solo in caso di condanna definitiva. 1 Secondo l’emendamento 15.010, quando il pubblico ministero riceve notizia di reati commessi da forze dell’ordine in servizio, deve informare il procuratore generale presso la Corte d’appello, ma può compiere solo atti non rinviabili. 1 Il procuratore generale, a sua volta, informa il comando del corpo o il capo dell’ufficio da cui dipendono gli indagati, affinché ne diano notizia agli stessi e all’Avvocatura dello Stato, che è l’unica autorizzata alle indagini.
Tra le proposte del disegno di legge attualmente in discussione nelle commissioni parlamentari competenti, c’è la possibilità di consentire agli agenti di pubblica sicurezza di detenere un’arma diversa da quella di ordinanza, anche quando non sono in servizio. Secondo il testo, questa necessità sarebbe stata comunicata direttamente dagli stessi agenti di sicurezza. Questa facoltà sarebbe riservata solo agli organi di polizia e non verrebbe estesa agli altri pubblici ufficiali, consentendo a circa 300 mila persone appartenenti alle forze dell’ordine di usare un’altra arma, diversa da quella di servizio.
Il nuovo reato di rivolta carceraria equiparerà le proteste violente con quelle non violenti, come il rifiuto di rientrare in una cella sovraffollata. Ciò può comportare una pena fino a 8 anni di reclusione, con il regime del 4-bis che prevede la cancellazione dei benefici penitenziari, originariamente pensato per reati di terrorismo e criminalità organizzata. Questo rischia di stravolgere il modello penitenziario repubblicano e costituzionale, ricollegandosi al regolamento fascista del 1931. 1 Nella logica repressiva delle lotte sociali, la polizia e l’autorità di pubblica sicurezza vengono riconosciuti un privilegio e una vera e propria immunità funzionale, che determina una criminalizzazione dei manifestanti. Infatti, una lesione inferta ai rappresentanti dell’autorità costituita vale di più di quella provocata dalla polizia stessa.
Donald Trump condannato
Il verdetto è stato emesso: Donald Trump è stato dichiarato colpevole. Il miliardario è inciampato in una serie di assegni per un totale di 130.000 dollari, utilizzati per rimborsare Michael Cohen, suo ex avvocato e faccendiere. Cohen aveva pagato di tasca propria Stormy Daniels, la pornostar con cui Trump aveva avuto una relazione nel 2006, per acquietare uno scandalo prima delle elezioni del 2016. La giuria ha confermato la tesi della procura secondo cui c’era un piano per violare la legge elettorale federale, trasformando così un reato contabile in un crimine più grave. Dopo un processo durato cinque settimane, Trump è stato dichiarato colpevole di tutti i 34 capi di accusa.
l comitato responsabile della campagna elettorale dell’ex presidente Donald Trump ha annunciato di aver raccolto 52,8 milioni di dollari in donazioni online nelle 24 ore successive alla condanna.
Trump rischia fino a 20 anni di prigione, con un massimo di 4 anni per ogni reato. Tuttavia, la mancanza di precedenti penali e la natura non violenta dei crimini potrebbero portare a pene alternative come gli arresti domiciliari o multe. Inoltre, la protezione di Trump da parte del Secret Service in un penitenziario rappresenta una sfida logistica senza precedenti.
La pena potrebbe non essere esecutiva immediatamente e potrebbe essere rimandata al 2025 dopo l’appello. La difesa di Trump ha 30 giorni per presentare appello, e questo sarà sicuramente fatto.
Attualmente, Trump è libero di viaggiare, fare campagna elettorale e raccogliere fondi. Può continuare a essere candidato (non sarebbe nemmeno il primo nella storia) e, se eletto, diventare presidente, nonostante la condanna penale. In Florida, i condannati per felony sono privati del diritto di voto fino a fine pena. Tuttavia, potrebbe votare se la legge della Florida accetta gli standard di New York, dove i condannati possono votare in libertà vigilata o agli arresti domiciliari.
Tecnicamente, è possibile per Trump essere presidente dalla prigione, ma ci sono complicazioni pratiche significative, come la gestione della valigetta nucleare. La questione è ancora oggetto di dibattito.
Al momento i sondaggi lo danno in vantaggio sull’attuale presidente in carica e candidato del Partito Democratico Joe Biden. Tuttavia, i sondaggi suggeriscono che una quota dell’elettorato tra il 10 e il 20 per cento, persone che non hanno ancora deciso, potrebbe trovare problematico votare per un pregiudicato. Un numero che potrebbe fare la differenza alle elezioni di novembre.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, esprime solidarietà e sostegno a Donald Trump, considerandolo vittima di persecuzione giudiziaria e di un processo politico. Salvini sottolinea la familiarità italiana con l’uso del sistema giudiziario come strumento politico da parte della sinistra, affermando che anche in Italia si è cercato di eliminare oppositori politici attraverso azioni legali. Salvini auspica la vittoria di Trump, ritenendola garanzia di equilibrio e speranza per la pace mondiale.
Trump è illiberale, impenitente e antidemocratico. Il suo unico piano è rimanere in carica finché è in suo potere
A unirsi al coro di sostenitori pro Trump anche Vladimir Putin, Viktor Orban e Steve Bannon: «La condanna senza precedenti di Trump è la dimostrazione lampante che negli Stati Uniti i rivali politici vengono eliminati con tutti i metodi, legali e illegali», fa sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Per Putin è un «complotto politico», fa trapelare la Tass, l’agenzia giornalistica russa controllata dal regime. Il premier ungherese Viktor Orban, che fa sapere di considerare Trump «un uomo d’onore» che si batte per gli interessi del suo Paese. «Lasciamo che il popolo si pronunci a novembre. Continui a combattere, signor Presidente!»
Il Washington Post ha riportato che Donald Trump, durante incontri con finanziatori della sua campagna elettorale, ha lasciato intendere che avrebbe bombardato Mosca e Pechino se fosse stato presidente, nel caso la Russia avesse invaso l’Ucraina o la Cina avesse invaso Taiwan. Queste dichiarazioni hanno sorpreso i finanziatori, considerando la nota simpatia di Trump per Vladimir Putin e le sue posizioni contro gli aiuti statunitensi all’Ucraina. Trump si trova in una situazione finanziaria critica a causa di spese legali legate a procedimenti penali, e durante le raccolte fondi si è mostrato audace nel chiedere cifre elevate ai potenziali sostenitori, superando persino i limiti consentiti dalla legge. Questo comportamento, insieme alle promesse elettorali fatte, riflette lo stile spregiudicato del tycoon nell’approccio alla politica e alla raccolta fondi. Le sue dichiarazioni sulla Cina e la Russia sollevano interrogativi sul reale intento politico dietro le sue parole o se siano semplicemente un modo per convincere i finanziatori scettici.
Secondo le informazioni riportate, Donald Trump ed Elon Musk hanno discusso della possibilità di un ruolo di consigliere per il capo di Tesla, nel caso in cui Trump riuscisse a riconquistare la Casa Bianca nelle prossime elezioni. Sebbene i dettagli del potenziale incarico non siano ancora definiti, le fonti vicine ai due personaggi affermano che hanno parlato di come dare a Musk un ruolo formale che gli consenta di influenzare le politiche relative a temi come la sicurezza ai confini e l’economia, su cui il CEO di Tesla si è espresso sempre più spesso negli ultimi tempi.
Insieme all’investitore miliardario Nelson Peltz, Musk avrebbe anche informato Trump di un loro piano per investire in un progetto data-driven volto a impedire brogli elettorali. Secondo le stesse fonti, Musk e i suoi alleati politici starebbero organizzando raduni e cene riservate per importanti uomini d’affari e imprenditori in tutto il Paese, con l’obiettivo di convincerli a non appoggiare la campagna per la rielezione del presidente Biden.
La relazione tra Trump e Musk sembra essersi distesa notevolmente negli ultimi mesi, con frequenti telefonate e discussioni su temi come immigrazione, tecnologia e spazio. L’ex presidente ha espresso l’intenzione di trovare un modo per coinvolgere maggiormente Musk in caso di vittoria alle elezioni, a differenza di quanto accaduto durante il suo precedente mandato, quando Musk aveva dato le dimissioni dai gruppi di consiglieri imprenditoriali della Casa Bianca.
Stando a quanto riportato, Musk e Peltz starebbero inoltre organizzando ulteriori cene e raduni riservati a facoltosi imprenditori con l’obiettivo di finanziare in segreto la campagna elettorale di Trump, pur senza un endorsement ufficiale da parte di Musk. Queste riunioni avrebbero avuto luogo anche di recente, come ad aprile a Los Angeles, con la partecipazione di altri importanti personaggi del mondo degli affari come Peter Thiel, Steven Mnuchin e Rupert Murdoch.
Tra i temi discussi durante questi incontri, vi sarebbero anche gli interessi imprenditoriali di Musk, come la sua azienda automobilistica Tesla, che ha recentemente registrato utili più bassi rispetto al passato, e la piattaforma social X (ex Twitter), di cui Trump è stato un importante utilizzatore in passato. Secondo le fonti, Musk avrebbe chiesto a Trump di tornare a postare più frequentemente su X, soprattutto utilizzando la funzione audio dal vivo Spaces.
Infine, le stesse fonti riportano che Musk e Peltz stanno progettando di continuare a organizzare più cene formali ufficiali e raduni in tutto il Paese, destinati a personaggi facoltosi e potenti nel mondo degli affari, con l’obiettivo di enfatizzare ciò che secondo loro sono le lacune dell’amministrazione Biden, piuttosto che promuovere direttamente la candidatura di Trump.
Nonostante la crescita economica, la disoccupazione ai minimi storici e l’aumento dei salari, il 55% degli americani ha una percezione negativa sull’economia del proprio paese.
Diversi statunitensi sono anche convinti che l’economia sia peggiorata per colpa di Biden, e ritengono la situazione fosse migliore quando Trump era alla Casa Bianca. Questa è un’interpretazione della realtà distorta poiché i dati dimostrano che questi quattro anni sono stati positivi per l’economia americana. Perché allora tanta gente pensa l’opposto?
L’inflazione e i tassi di interesse elevati della Federal Reserve hanno creato una situazione complessa che ha portato a una discrepanza tra i dati economici positivi e la percezione negativa. Una recessione percepita basata su emozioni e preoccupazioni piuttosto che su dati concreti. Questa percezione ha influenzato i comportamenti economici, portando a una riduzione della fiducia dei consumatori e della spesa, che costituisce circa il 70% del PIL.
Questo fenomeno mette in luce come le percezioni emotive possano avere un impatto reale sull’economia, dimostrando che le decisioni dei consumatori sono influenzate non solo dai dati economici ma anche dalle loro emozioni e ansie quotidiane. Questo concetto invita a considerare una prospettiva più umana e meno astratta nell’analisi economica. E dimostra inoltre che, quando si tratta di fare campagna politica, conti di più la realtà percepita che quella oggettiva.
Mentre Meloni accusa De Luca di sessismo, lunedì 27 maggio il Consiglio comunale di Parma ha votato una mozione per promuovere la parità di genere nel Comune e nella città di Parma. Nel corso del confronto in aula il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Tramuta, è intervenuto appoggiando il documento ma ha sottolineato che la donna “è il sesso più debole”, portando esempi in ambito lavorativo. Parole che hanno suscitato le proteste dei gruppi di maggioranza e a cui ha replicato in particolare la consigliera comunale del Pd, Gabriella Corsaro, che ha ricordato l’impegno di tante donne anche nelle forze di polizia e nell’Esercito.
Polemiche per l’appello al voto del generale Vannacci, candidato della Lega capolista in molte circoscrizioni per le Europee, che in un video che molti supporter vicini al candidato della Lega stanno facendo girare sui social, in cui si invita al voto appuntamento con il voto democratico inneggiando di fatto al fascismo. Vannacci infatti nel video dice ai suoi sostenitori “fate una “decima” sul simbolo della Lega” mimando con le dita una X con un riferimento chiaro alla “X Flottiglia Mas”, conosciuta come “la Decima”, corpo d’assalto del fascismo, attiva durante la seconda guerra mondiale e che si schierò con i nazisti dopo l’armistizio.
Il video non compare sui canali ufficiali della Lega né dello stesso generale, ma LA 7 ha sentito lo staff di Vannacci che assicura che il video sia reale. Nle frattempo il video che circola da ore e non è stato smentito né dalla Lega né da Vannacci. L’invito era stato anche fatto durante un incontro pubblico a Ascoli Piceno, come si vede da un take dell’Ansa del 28 maggio, in cui Vannacci ha detto :” Questa Europa non ci piace, perché non rappresenta la nostra storia, la nostra tradizione. Inutile mettere la testa sotto la sabbia. Facciamoci valere. L’8 e 9 giugno mettiamo la x oppure la ‘decima’ sul simbolo della Lega”.
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