Archiviato il processo contro Donald Trump per i documenti riservati a Mar-a-Lago
La giudice federale Aileen Cannon, nominata da Trump nel 2020, ha deciso di archiviare il processo penale contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il caso dei documenti riservati trovati nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida. La decisione è stata presa perché la nomina di Jack Smith come consulente speciale per le indagini è stata considerata incostituzionale. È probabile che verrà presentato un ricorso contro questa decisione, che potrebbe arrivare fino alla Corte Suprema. Questa è stata l’ultima di una serie di buone notizie giudiziarie per Trump, che ha ottenuto parziale immunità dalla Corte Suprema per i suoi atti ufficiali come ex presidente. Il caso dei documenti in Florida riguardava l’occultamento di documenti riservati e la violazione dell’Espionage Act. L’FBI aveva perquisito Mar-a-Lago e trovato documenti sensibili, portando all’incriminazione di Trump nel 2023. Attualmente, Trump è coinvolto in altri due processi penali riguardanti le elezioni del 2020 e i pagamenti a Stormy Daniels. La sua condanna per il caso dei pagamenti è stata posticipata a settembre a seguito della sentenza sulla sua immunità. Inoltre, Trump è stato vittima di un attentato durante un comizio in Pennsylvania, ma è stato solo lievemente ferito.
I piani economici di Donald Trump
Il piano economico di Trump prevede tariffe sui partner commerciali e l’eliminazione delle tasse sulle mance, oltre a ridurre l’aliquota fiscale delle imprese. Il programma repubblicano promette di “sconfiggere” l’inflazione, aumentare la produzione di petrolio, gas naturale e carbone, e implementare il “più grande programma di deportazione nella storia americana”. Biden, d’altra parte, ha un dettagliato piano economico di 188 pagine.
Gli economisti e i democratici avvertono che le idee di Trump porterebbero a un’esplosione dell’inflazione, colpirebbero la classe media e aumenterebbero il debito nazionale. Trump non ha risposto a domande specifiche sull’economia e si concentra sull’atteggiamento piuttosto che sui dettagli.
Alcuni piani di Trump hanno ricevuto sostegno bipartisan, come la riduzione delle regolamentazioni e dell’aliquota fiscale delle imprese. Tuttavia, le sue proposte tariffarie potrebbero peggiorare l’inflazione e aumentare i costi per i consumatori. Gli economisti avvertono che i dazi proposti da Trump potrebbero causare danni economici e aumentare i prezzi per i consumatori.
J.D. Vance: candidato vicepresidente di Trump
L’ex Presidente Donald J. Trump ha scelto il senatore J.D. Vance dell’Ohio come suo candidato vicepresidente. Nato a Middletown, Ohio, ha avuto un’infanzia difficile, ha servito nei Marines, frequentato Yale e lavorato come venture capitalist in California. Il suo libro, “Hillbilly Elegy” (di cui Netflix ha tratto un film diretto da Ron Howard) lo ha reso un commentatore ricercato, spesso chiamato a spiegare l’appeal di Trump per gli elettori bianchi della classe lavoratrice. Vance, 39 anni, è un politico alle prime armi che è entrato in Senato solo l’anno scorso, ma ha trascorso quel tempo ascendendo metodicamente nel firmamento conservatore.
Il senatore dell’Ohio, J.D. Vance, è stato scettico sull’intervento americano all’estero e sostiene che l’aumento dei dazi creerà nuovi posti di lavoro. Vance si oppone ai diritti sull’aborto, tranne nei casi in cui la vita della madre è in pericolo. Ha elogiato la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di annullare Roe v. Wade. Inoltre, Vance si è opposto al sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina nella guerra con la Russia, votando contro un pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina. Sul tema dell’immigrazione, Vance ha sostenuto la costruzione del muro di confine e si è opposto all’amnistia per gli immigrati illegali. Riguardo alle elezioni del 6 gennaio, Vance ha affermato che l’elezione è stata rubata a Trump e ha minimizzato gli eventi del Campidoglio. Ha anche sostenuto l’uso di dazi per proteggere l’industria americana e ha espresso scetticismo sul cambiamento climatico. Infine, Vance ha difeso Israele durante il conflitto a Gaza, criticando Biden per il ritardo nell’invio di armi al paese.
Il discorso di J.D. Vance alla Republican National Committee
Le critiche passate di J.D. Vance a Donald Trump
Il senatore J.D. Vance è un forte sostenitore dell’ex presidente. Tuttavia, non è sempre stato così. In passato, Vance ha criticato Trump definendolo un “coglione cinico” o “l’Hitler dell’America”. Nel 2016, Vance ha paragonato Trump a “eroina culturale”, sottolineando come le sue promesse di soluzioni facili non potessero risolvere i veri problemi sociali. In un’intervista del 2016, Vance ha ammesso di non poter sopportare Trump e ha detto che avrebbe votato per un candidato di terze parti.
Nel 2016, dopo il video di “Access Hollywood” in cui Trump si vantava di molestare le donne, Vance ha criticato coloro che giustificavano il comportamento del presidente. Prima delle elezioni del 2016, Vance ha dichiarato di non essere mai stato un sostenitore di Trump, ma ha avvertito che sminuire Trump avrebbe potuto alimentare il sentimento anti-élite che lo aveva portato al potere.
Le posizioni di J.D. Vance sull’Ucraina e la Russia
J.D. Vance ha espresso posizioni radicali sull’Ucraina e la Russia, con una visione critica nei confronti degli aiuti a Kiev e un’apparente simpatia per la Russia. Le sue dichiarazioni suggeriscono una visione isolazionista degli Stati Uniti e una mancanza di interesse per la situazione in Ucraina. Vance ha criticato l’amministrazione Biden per la gestione della crisi ucraina e ha sostenuto che gli Stati Uniti non dovrebbero finanziare ulteriormente la guerra. Le sue posizioni hanno suscitato preoccupazioni tra gli esperti e i politici, che temono un cambiamento radicale nella politica estera americana in caso di una sua presenza alla Casa Bianca insieme a Donald Trump. Vance ha anche sostenuto che l’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO e ha criticato le sanzioni contro gli oligarchi russi. La sua presenza nel ticket presidenziale potrebbe portare a una svolta nella politica estera americana, con possibili ripercussioni sulla situazione in Ucraina e nei rapporti con la Russia.
Vance ha anche affermato che «Penso che se eletto, Donald Trump, come ha promesso di fare, andrà là, negozierà un accordo con Mosca e Kiev per porre fine rapidamente alla guerra ucraina, in modo che l’America si possa concentrare sul vero problema, che è la Cina». Infatti Donald Trump ha più volte affermato che tratterà con la Russia e l’Ucraina per ottenere la pace, affermando anche che se fosse stato lui presidente non ci sarebbe mai stata una guerra in Ucraina. Tuttavia, Trump non ha mai dichiarato come intendi convincere Putin e Zalensky.
Vance nega il cambiamento climatico e supporta i combustibili fossili
J.D. Vance, possibile vicepresidente in caso di vittoria di Donald Trump, si dichiara scettico sul fatto che il cambiamento climatico sia causato dall’uomo. Vance è noto per il suo sostegno alla lobby dei combustibili fossili e per il suo passato di critiche a Trump. La sua elezione potrebbe portare a politiche ambientali dannose, con un focus su petrolio, gas e carbone. Vance ha votato contro le protezioni ambientali e ha supportato il fracking in Ohio. Nonostante ciò, ha investito in aziende legate alle energie rinnovabili. La campagna di Trump promette tagli alle tasse per i produttori di combustibili fossili e il ritiro dagli accordi sul clima. L’eventuale vittoria di Trump potrebbe indebolire gli sforzi ambientali internazionali. Mentre la Cina riduce le emissioni, Vance potrebbe favorire gli interessi delle grandi compagnie petrolifere. La sua elezione potrebbe influenzare negativamente la politica climatica globale.
Vance sembra di sinistra quando parla di multinazionali
In teme economia, il neo candidato vicepresidente ha detto frasi più vicine all’agenda democratica che a quella trumpiana «Abbiamo bisogno di un leader che non sia manovrato dalle grandi aziende ma che risponda ai lavoratori, che siano sindacalizzati o meno», ha detto Vance. «Un leader che non si venda alle multinazionali ma che difenda le aziende americane. Abbiamo finito di essere asserviti a Wall Street. Ci impegneremo per i lavoratori».
La strada opposta da quella preso da Donald Trump, il quale durante il suo mandato e le sue campagne presidenziali, ha sempre cercato le simpatie delle multinazionali, tagliando loro le tasse, e cercando donazioni da persone appartenenti alle alte sfere della società. Inoltre, sembra che la sempre più probabile vittoria di Trump abbia stimolato gli investitori di Wall Street.
“Il Regno Unito sarà il primo stato islamico con la bomba atomica”
Durante un’intervista al National Conservatism Conference, JD Vance ha affermato che il primo paese islamico armato di bomba atomica sarà il Regno Unito.
“Il Regno Unito sarà il primo stato islamico con la bomba atomica”
Il neo vice presidente fa sottoindere che ora che il governo del Regno Unito è sotto i laboristi evidentemente diventerà islamico. Non è ben chiaro da dove derivi quest’affermazione, ma si tratta probabilmente di un pensiero della destra estrema basato su nessuna base fattuale. Da notare che Vance cita anche l’Iran, il cui accordo sul nucleare è saltato a causa di Trump, e il Pakistan, paese di maggioranza islamica che dispone di 170 testate atomiche. Nonostante questi due stati siano privi di diritti e giustizia, per Vance è più preoccupante il governo di sinistra nel Regno Unito.
Elon Musk donerà $45 milioni al mese a un super PAC pro-Trump
Elon Musk ha deciso di donare $45 milioni al mese a un comitato d’azione politica in vista delle elezioni negli Stati Uniti. Il CEO di Tesla ha dichiarato di voler sostenere la campagna di rielezione dell’ex presidente Donald Trump. Nonostante la donazione al comitato d’azione politica, Musk non è stato elencato in una presentazione di America PAC che ha rivelato di aver raccolto oltre $8 milioni. Altri donatori includono il co-fondatore di 8VC Joe Lonsdale, l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Canada Kelly Craft e i gemelli investitori Cameron e Tyler Winklevoss. Musk è attualmente l’unico CEO del Fortune 100 a sostenere pienamente un candidato nella corsa presidenziale del 2024. Dopo il tentativo di assassinio durante un comizio in Pennsylvania, Musk ha espresso il suo pieno sostegno a Trump. In passato aveva votato per candidati democratici, ma ha manifestato la sua frustrazione per alcune politiche democratiche. Solo quattro mesi aveva promesso di non contribuire alle campagne né di Trump né di Biden.
Tuttavia, il CEO di Tesla ha affermato che la notizia è falsa tramite un post su X (ex Twitter, proprietà di Elon Musk).
Elon Musk ha anche deciso di trasferire le sedi di X e SpaceX dalla California al Texas. La motivazione? La legge firmata lunedì dal governatore della California che svincola le scuole dall’obbligo di informare i genitori del cambio di denominazione sessuale dei loro figli: ora Elon dice che trasferisce gli uffici per tutelare le famiglie dei suoi dipendenti.
Alcuni particolari parlementari europei
Tra le persone presenti nel Parlamento Europeo ci sono alcuni personaggi particolari e poco inerenti alla sfera politica.
Lo youtuber cipriota Fidias Panayiotu, 25 anni e 2,1 milioni di follower trasformati in un bel pacchetto di voti tanto da avergli fatto conquistare il terzo posto assoluto nel suo Paese. Passato in poche settimane dal video “Così ho vissuto per una settimana in aeroporto senza spendere un euro” (5 milioni di visualizzazioni) a un sondaggio in cui chiedeva ai suoi supporter se restare fra gli indipendenti oppure entrare in qualche gruppo. Ha vinto la prima opzione.
L’ex rallista Turek: fa parte del partito dei motoristi, è un fiero avversario del Green Deal oltre che dell’introduzione dell’euro in Repubblica Ceca, sostiene che il motore a scoppio sia qualcosa di correlato al destino dell’umanità ed è il fondatore del Jaguar Club Ceco. Nel suo curriculum, poi, ha anche l’esclusione dai dibattiti pre-elettorali dopo essere stato indagato per alcune foto che lo ritraggono mentre fa il saluto nazista.
Tra gli italiani, il generale Roberto Vannacci arrivato in Europa con la Lega, l’attivista Ilaria Salis che siede nelle fila di Left ma pure l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, “civico eletto con il Pd di Elly Schlein” e “giornalista anti-Nato”. Il più “selvaggio” sarebbe Vannacci di cui vengono raccontati i successi editoriali del libro “Il mondo al contrario”, le frasi su Mussolini statista di cui ha fatto abbondantemente uso durante la sua campagna elettorale, ma anche i retroscena che lo vorrebbero pronto a sfidare Salvini per la guida del Carroccio. Fantapolitica? Stando alle poche simpatie suscitate dal generale nel partito fondato da Umberto Bossi per il momento sì. Dell’antifa Ilaria Salis, invece, a interessare soprattutto è la vicenda giudiziaria che l’ha vista protagonista in Ungheria. E il fatto che, finché i giudici ungheresi non verranno a bussare alle porte dell’Europarlamento, lei potrà continuare a beneficiare dell’immunità parlamentare. Di Tarquinio, infine, oltre alla battaglie anti-abortiste, viene ricordato il posizionamento eterodosso sull’Ucraina all’interno di un gruppo socialista schierato per sostenere fino in fondo, anche militarmente, Kiev.
Meritano una citazione a parte gli eletti più vicini a Mosca. Un nome è quello dell’eurodeputata romena Diana Șoșoacă, probabilmente la politica europea preferita di Putin, già protagonista di una lunga battaglia contro i vaccini e sostenitrice di un ritorno alla “Grande Romania” annettendo pezzi di Bulgaria, Moldava e Ucraina. E cosa dire di Petr Bystron, numero due di Afd, indagato per un’operazione di propaganda filo-russa e accusato di aver accettato 20 mila dollari da un media vicino all’oligarca ucraino filo-putiniano Viktor Medvedčuk?
A concludere, la macellaia greca di 76 anni Galata Alexandraki (nazionalista di Greek Solution), di cui finora non è stata rintracciata nemmeno una fotografia, e il rapper bulgaro Hristo Petrov noto per le sue canzoni anti-corruzione.
scritto da Filippo Giacometti