Avatar: la via dall’acqua
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Vincitore del Leone d’oro di Venezia e candidato a 13 premi Oscar, La forma dell’acqua (The Shape of Water) è arrivato nelle sale italiane in occasione della festa degli innamorati. Una scelta non è caso in quanto la pellicola diretta e sceneggiata dal regista messicano Guillermo del Toro (Pacific Rim, Hellboy, Il labirinto del fauno) è una delle migliori storie d’amore proiettate su schermo.
Definirlo un film romantico sarebbe però restrittivo: La forma dell’acqua è una versione contemporanea della favola della buonanotte, in cui i personaggi del mostro cattivo, la bella principessa e il baldo principe si dissociano dagli stereotipi da cui derivano e vengono rielaborati in una chiave più attuale: meno scialbi e superficiali e più profondi e veritieri.
Parte del successo del film sta per l’appunto nella costruzione dei personaggi e, ovviamente, le eccellenti capacità attoriali di chi dà loro movenze e voce (anche se in questo caso la voce centra poco).
Sally Hawkins, nel ruolo della protagonista Elisa Esposito, regala una grande performance mimica e riesce a mostrare l’intero spettro emotivo senza emettere un suono. Doug Jones, sotto quel magnifico costume da creatura marina, riesce a fare trasparire le sue dote attoriali e, insieme a Hawkings, formano una coppia perfetta.
Michael Shannon riesce a mostrare tutte le sfaccettature dello spietato colonnello Richard Strickland. Crudele, dedito al dovere, frustato e determinato a raggiungere i propri obiettivi. Un uomo di potere che sotto la sua apparente sicurezza si dimostra debole ed esasperato, fintanto da suscitare alcune volte commiserazione nei suoi confronti.
Giles (Richard Jenkins), l’amico di Elisa, un uomo allegro e vivace che vive insieme alla sua silenziosa amica e tanti gatti. Un’artista amante del proprio lavoro e delle star della tv, ma che porta dentro di sé il rammarico di non essere riuscito a fare di più nella vita. Spaventato dalla solitudine e rigettato da un mondo incapace di accettare la sua natura omosessuale.
Partendo dalle salde basi della favola, Del Toro ha sceneggiato una trama semplice da seguire ma articolata in modo da sembrare innovativa. Una storia peculiare e nuova, perfettamente raccontata grazie a una sceneggiatura e regia praticamente esente di difetti. A completare l’opera le musiche di Alexandre Desplat e una fotografia in grado di trascinare lo spettatore in mezzo alla scena. Mansione d’onore per il costume della creature anfibia.
La forma dell’acqua è una meravigliosa favola per gli amanti del cinema. Un film in grado di stupire ed emozionare grazie a una regia perfetta, personaggi di spessore e una trama familiare ma non banale che racchiude al suo interno una morale: l’amore sconfigge ogni diversità.
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