Ant-Man and The Wasp: Quantumania
Ant-Man and The Wasp: Quantumania avvia la quinta fase del Marvel Cinematic Universe. Un buon inizio o la strada della decadenza è segnata?
Lo sapete cosa c’è di peggio di una pessima idea? Un’ottima idea distrutta dall’incompetenza di chi doveva svilupparla.
Questa è la metafora che meglio descrive Black Panther: Wakanda Forever. Un film dall’enorme potenziale schiacciato da una regia tronfia, incapace di gestire e maturare una storia che si affloscia su se stessa.
Un tentativo maldestro di dramma, minato da stereotipi e che cerca, fallendo, di forzare un legame emotivo con lo spettatore. Inoltre, a peggiorare, un’incoerenza nel linguaggio e nello stile tale da farmi pensare che certe scene fossero girate da altri.
Ciò che alla fine rimane è un senso di delusione, marcato ulteriormente da una fotografia che a tratti pareggia con quella di Mallick, e un lavoro sui costumi eccellente. Un assaggio di quello che sarebbe potuto essere.
Seppur possa sembrare una stroncatura netta, Black Panther: Wakanda Forever è comunque un tentativo, seppur goffo, da parte di Marvel Studios di creare lungometraggi più autoriali. Una scelta che apprezzo, come con i precedenti tentativi di questa fase 4, nonostante i risultati discreti. Se trattasse i film come arte e non prodotti in serie, forse riuscirebbe a raggiungere tale nobile obiettivo.
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