Avatar: la via dall’acqua
Dopo tredici anni di attesa, il secondo capitolo di Avatar è arrivato al cinema. Avatar: la via dell’acqua è solo spettacolo senza cuore?
Sono passati diversi anni da quando sentii per la prima volta il tonfo dei passi pesanti di un T-Rex affamato il cui ruggito faceva tremare le poltrone. L’opera letteraria di Michael Crichton ritorna per le quarta volta al cinema questa volta col nome di Jurassic World. I dinosauri sono veramente tornati?
Passati 22 anni del primo, disastroso, parco dei dinosauri, il sogno di John Hammond viene riportato in vita dalla Masrani Corporation, capitanata dal miliardario Simon Masrani. Migliaia di persona occorrono per vedere i dominatori del passato ma il pubblico, ormai abituato all’esistenza dei dinosauri, comincia a perdere interesse così, la responsabile del parco Claire Dearing e il capo genetista decidono di creare un nuova specie di dinosauro, più forte e cattivo, per aumentare il fattore “Wow”.
Ovviamente questo nuovo mostro preistorico, chiamato simpaticamente Indominus Rex, si rivela essere una testa calda e ben presto finisce per portare caos e morte nel parco.
Jurassic World è l’ennesimo sequel di cui non c’era bisogno: prevedibile da essere nauseabondo, nostalgico e pieno di citazioni che mi vanno venire solo in mente quanto fosse bello il primo, vero, Jurassic Park, di quanto fosse emozionante e di quanto questo non lo sia affatto. Una accozzaglia di effetti speciali in computer grafica senza anima e che non danno senso di realismo. Un personaggio burlone, tipicamente americano, come Chris Pratt che rimane StarLord nonostante abiti e armi diverse, affiancato dalla sua morosa/capa Bryce Dallas Howard, la quale dimostra tutta la sua maestria nel correre coi tacchi. Non possono mancare i marmocchi del caso, due fratelli (un adolescente tipo e il bambino rompiballe con eccessi di zuccheri) che sono così stupidi da entrare dove c’è scritto “non entrare” perché per ragioni di copione devono imbattersi nel cattivosauro di turno.
Manca il brio, il terrore, la suspense, la bellezza e l’anima di Jurassic Park. Una mera operazione commerciale per attirare orde di bimbini e quei poveracci che, sperano di rivivere le emozioni di quando videro per la prima volta una Brachiosauro. Non si salvano nemmeno le musiche di Giacchino, smorte e che ritrovano vigore solo quando si sente il tema di John Williams.
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