Musk contro la figlia trans, Lega odia i nomi femminili e l’aborto in Polonia è ancora reato
Le liste d’attesa sono ancora lunghe in Italia e il nuovo decreto sanità è mal finanziato e contiene cose già esistenti
Questa settimana la protagonista è stata la legge sull’autonomia, la quale consentirà alle regioni di avere molto più controllo su diverse materie fondamentali. Mentre la destra esulta e festeggia, io temo il rischio di un’Italia divisa e frammentata, l’impoverimento delle regioni al sud con maggior immigrazioni al nord e dubbi sulla capacità (e volontà) delle regioni di mentare i livelli essenziali di prestazioni (ancora da determinare, per la maggior parte delle materie).
Dall’altra parte dell’Oceano, la Louisiana ha deciso di imporre i dieci comandamenti alle scuole (in barba alla laicità) che dovranno essere esposti su dei cartelloni in chiari caratteri. Inoltre, se siete pedofili rischiate di vedere le vostre palle amputate, grazie a una nuova legge, sorprendentemente, di una democratica. Immagino sia perfettamente normale che in uno stato quasi civile come gli USA si possa ricorrere a tali barbarie, che i fatti dimostrano essere totalmente inutili per ridurre il crimine ma sono solo violente vendette. Il prossimo passo quale sarà? Tagliare le mani ai ladri? Prevedo un aumento delle vendite di uncini.
Ritornando in Europa, a quanto pare i tassisti sono tutti poveri (stando alla loro dichiarazione dei redditti). Adesso capisco perché Salvini ci tenga a proteggerli, poveri cuccioli. E In attesa dell’Olimpiadi, la nuoatrice transgender Lia Thomas non andrà a Parigi perché viola le regole sportive. E non può nemmeno andare a quelle del sesso opposto perché probabilmente nemmeno si qualificherebbe.
Il Parlamento ha approvato definitivamente il disegno di legge sull’Autonomia differenziata, con 172 voti favorevoli, 99 contrari e 1 astenuto. La premier Giorgia Meloni ha commentato l’approvazione come un passo avanti per costruire un’Italia più forte e giusta, superando le differenze tra i territori e garantendo gli stessi livelli di servizi.
Il disegno di legge disciplina le modalità per attuare il trasferimento di ulteriori competenze e forme di autonomia dallo stato alle regioni. Questo deve avvenire nel rispetto di alcuni principi fondamentali come l’unità nazionale, la solidarietà tra territori, la sussidiarietà e il decentramento amministrativo. Un punto cruciale è che il trasferimento di funzioni riguardanti diritti civili e sociali (come istruzione, salute, ambiente) può avvenire solo dopo aver definito i livelli essenziali di prestazioni e servizi che devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Il decreto permette alle regioni di avere autonomia sulle seguenti materie: sanità, istruzione, università, ricerca, lavoro, previdenza, giustizia di pace, beni culturali, paesaggio, ambiente, governo del territorio, infrastrutture, protezione civile, demanio idrico e marittimo, commercio con l’estero, cooperative, energia, sostegno alle imprese, comunicazione digitale, enti locali, rapporti con l’Unione europea.
Per poter trasferire funzioni in materie come istruzione, sanità, ambiente ecc. sarà preliminarmente necessario che il Governo, con appositi decreti legislativi, definisca i livelli essenziali di prestazioni e servizi (LEP) che dovranno essere garantiti ovunque sul territorio nazionale e le relative risorse per finanziarli. Le Regioni che acquisiranno le nuove competenze saranno poi monitorate per verificare il rispetto di questi standard essenziali.
Una volta determinati i LEP, le Regioni potranno ricevere il trasferimento effettivo delle funzioni e delle relative risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per gestirle. Per le altre materie senza LEP, il trasferimento potrà avvenire subito nei limiti delle risorse già disponibili. Le risorse trasferite saranno quantificate da una apposita Commissione paritetica Stato-Regioni-Enti locali. Le Regioni potranno poi allocare le funzioni acquisite anche ai Comuni e Province.
La riforma non prevede investimenti per colmare il gap ma è passata una proposta targata FdI che affida al governo il compito di varare entro due anni i Lep relativi ai diritti civili e sociali, stabilendo gli investimenti necessari alle regioni per adeguarsi agli standard.
Il governo ha istituito nel 2023 una “cabina di regia” e un “comitato tecnico scientifico” per studiare i LEP, ma i risultati sono ancora preliminari. Il finanziamento dell’autonomia rimane incerto, con la necessità di trovare risorse per migliorare i servizi pubblici, soprattutto nel Sud. I presidenti di regione leghisti chiedono una concessione parziale delle funzioni, ma il processo legislativo è lungo e complesso. Il disegno di legge prevede un iter dettagliato per l’attribuzione di ulteriori competenze alle regioni, con il coinvolgimento del governo, del parlamento e delle regioni stesse.
Le intese avranno una durata definita (massimo 10 anni) ma saranno rinnovabili. Potranno essere modificate o cessare su richiesta di Stato o Regione, oppure se la Regione non garantirà i livelli essenziali di prestazioni concordati.
La destra approva la legge con gioia (soprattutto Zaia) mentre a sinistra piovono proteste e accuse.
La Presidente del Consiglio ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge, considerandolo un passo fondamentale per rendere l’Italia più forte attraverso una gestione più autonoma e responsabile delle regioni. Ha sottolineato che il provvedimento rappresenta una vittoria per il suo governo e una risposta alle richieste di maggiore autonomia provenienti dai territori.
Le opposizioni hanno organizzato diverse manifestazioni in piazza, raccogliendo migliaia di persone per protestare contro la riforma. I manifestanti hanno espresso timori per l’unità del paese e per i possibili effetti negativi sulla qualità dei servizi pubblici nelle regioni meno sviluppate.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha attaccato i critici definendoli “chiacchieroni” durante un evento a Montecchio (Vicenza) celebrando l’approvazione della legge sull’Autonomia. Salvini ha sottolineato l’importanza di dare attuazione alla legge Calderoli, trasferendo le prime nove materie e definendo i Livelli essenziali delle prestazioni. L’evento è stato festeggiato dai sostenitori leghisti veneti con bandiere di San Marco e indipendentisti veneti presenti. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha ringraziato i veneti per il sostegno all’Autonomia, ricordando i referendum del 2014 e 2017.
Senza i veneti non saremmo mai arrivati fin qui
Zaia ha criticato chi dal Sud vede la riforma come divisiva, difendendo l’Autonomia come soluzione per le esigenze regionali. Salvini ha approfittato dell’occasione per criticare i “vigliacchi, voltagabbana, impostori” e ha elogiato l’unità della piazza di Montecchio. Roberto Calderoli, considerato il “padre” dell’Autonomia, è stato elogiato per aver realizzato un sogno lungo quarant’anni. La giornata di festa è stata anche un’occasione per Salvini per riaffermare la sua posizione politica e per celebrare il successo della Lega alle elezioni europee.
Questa settimana la Louisiana, negli Stati Uniti d’America per quelli che hanno saltato geografia, ha approvato due importanti leggi che faranno alquanto discutere.
Louisiana diventa il primo stato a richiedere l’esposizione dei Dieci Comandamenti in ogni aula scolastica pubblica, una mossa del Legislativo a maggioranza repubblicana sotto il nuovo governatore. La legge firmata dal governatore repubblicano Jeff Landry richiede che venga esposto un poster a grandezza naturale dei Dieci Comandamenti in “caratteri grandi e facilmente leggibili” in tutte le aule pubbliche, dalla scuola materna all’università finanziata dallo stato.
Secondo Landry, rispettare lo stato di diritto significa partire dal “primo legislatore”, Mosè, che ricevette i comandamenti da Dio. Tuttavia, gli oppositori hanno messo in discussione la costituzionalità della legge e hanno annunciato una sfida legale. I sostenitori affermano che la misura non è esclusivamente religiosa, ma ha un significato storico, in quanto i Dieci Comandamenti sono “documenti fondamentali del nostro governo statale e nazionale”.
I poster saranno accompagnati da una “dichiarazione di contesto” di quattro paragrafi che descrive come i Dieci Comandamenti “erano una parte prominente dell’istruzione pubblica americana per quasi tre secoli”. La legge autorizza, ma non richiede, anche l’esposizione di altri documenti come il Patto della Mayflower, la Dichiarazione di Indipendenza e l’Ordinanza del Nord-Ovest.
Amo i Dieci Comandamenti nelle scuole pubbliche, nelle scuole private e in molti altri posti
Gruppi per i diritti civili e organizzazioni che vogliono mantenere la religione fuori dal governo hanno annunciato una causa legale contro la legge, affermando che impedirà agli studenti di ricevere un’istruzione paritaria e farà sentire i bambini con diverse credenze non al sicuro a scuola. Sostengono inoltre che il governo non dovrebbe prendere posizione in questo dibattito teologico.
La controversa legge arriva in un momento di nuova leadership conservatrice in Louisiana sotto Landry, che ha sostituito il governatore democratico uscente John Bel Edwards. I repubblicani hanno una maggioranza qualificata nella legislatura e detengono tutte le cariche elettive a livello statale, aprendo la strada all’approvazione di un programma conservatore.
Simili progetti di legge che richiedono l’esposizione dei Dieci Comandamenti nelle aule sono stati proposti in altri stati come Texas, Oklahoma e Utah, ma finora solo la Louisiana è riuscita a trasformarli in legge, nonostante le minacce di battaglie legali sulla loro costituzionalità.
La Louisiana è diventata il primo Stato americano a permettere ai giudici di ordinare la castrazione chirurgica per i colpevoli di alcuni crimini sessuali contro i bambini di età inferiore ai 13 anni. La legge è stata proposta dalla senatrice democratica Regina Barrow. Secondo il disegno di legge, i trasgressori che si rifiutano di sottoporsi alla castrazione chirurgica dopo che un giudice ha ordinato la procedura potrebbero affrontare ulteriori tre-cinque anni di carcere per “mancata osservanza”.
La legge è stata firmata dal governatore repubblicano dello Stato e ha l’obiettivo di scoraggiare tali reati. Gli oppositori ritengono che si tratti di una punizione crudele e inusuale che potrebbe violare la Costituzione degli Stati Uniti. La castrazione chirurgica potrà essere applicata solo a chi commette reati dopo il 1° agosto di quest’anno e sarà a discrezione del giudice. Altri Stati come la California, la Florida e il Texas consentono la castrazione chimica, ma nessun altro Stato permette la castrazione chirurgica obbligatoria. La castrazione chirurgica è una procedura invasiva che comporta la rimozione dei testicoli o delle ovaie. La legge ha ricevuto un’ampia approvazione dalle camere legislative, ma ha suscitato critiche da parte di chi ritiene che lo Stato dovrebbe concentrarsi sulla riabilitazione dei colpevoli. Alcuni si chiedono se altri Stati adotteranno misure simili e mettono in dubbio la costituzionalità di tali leggi. Gli Stati Uniti hanno tradizionalmente evitato punizioni punitive come la castrazione chirurgica. La Louisiana è nota per le sue politiche di repressione del crimine, incluso l’uso del gas azoto e dell’elettrocuzione per le esecuzioni capitali. Il governatore attuale si è candidato con l’intento di adottare una linea dura contro la criminalità.
Il Tribunale arbitrale dello sport (TAS) ha confermato la validità del regolamento internazionale del nuoto che vieta alle persone transgender di competere con le donne nelle gare “d’elite”. Questo ha significato che la nuotatrice transgender statunitense Lia Thomas non potrà partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024. Thomas aveva intentato una causa contro la Federazione internazionale di nuoto (World Aquatics) dopo l’introduzione di nuove regole che escludono coloro che hanno attraversato la pubertà maschile dalla competizione femminile. Queste regole sono state introdotte dopo che Thomas aveva sconfitto una nuotatrice olimpica in una gara nel 2022. Nonostante abbia sostenuto che le nuove regole fossero illegali, il TAS ha deciso che Thomas non potrà partecipare alle Olimpiadi. Questa decisione è stata accolta positivamente dalla World Aquatics, che ha sottolineato l’importanza di proteggere lo sport femminile e promuovere l’equità e il rispetto. Thomas è stata quindi esclusa dalle competizioni internazionali di nuoto e non potrà competere alle Olimpiadi di Parigi.
Il disegno di legge costituzionale che introduce il premierato in Italia ha ricevuto il primo via libera. La riforma prevede che il Presidente del Consiglio abbia poteri rafforzati, inclusa la possibilità di sciogliere le camere.
Alcune delle principali misure del ddl Casellati sono:
Questo disegno di legge costituzionale è stato al centro di settimane di tensione e polemiche, con l’Aventino di Pd, M5S e Avs in Senato lo scorso 13 giugno. Tuttavia, ci sono state anche defezioni importanti al Centro, con Calenda che preferisce che Azione faccia battaglia in Aula, mentre Renzi e Bonino hanno scelto di non partecipare alla manifestazione di protesta prevista per questo pomeriggio.
L’analisi condotta dal Sole 24 Ore sui redditi dei tassisti italiani ha evidenziato una disparità significativa tra le cifre dichiarate e i costi sostenuti per svolgere l’attività. In media, i tassisti guadagnano circa 15.449 euro all’anno, con cifre più elevate al Nord (come i 20.651 euro dichiarati a Firenze) e più basse al Sud (come i 9.111 euro dichiarati a Palermo). Questi redditi risultano incompatibili con i costi dell’attività, che includono l’acquisto e la manutenzione dell’auto, il carburante e soprattutto il costo elevato delle licenze, che possono raggiungere fino a 150.000 euro.
Le licenze rappresentano un elemento fondamentale per i tassisti, non solo per operare legalmente ma anche come investimento e patrimonio personale. Spesso vengono utilizzate come garanzia per ottenere prestiti e possono essere vendute a fine carriera come una sorta di buonuscita. Tuttavia, la scarsità di nuove licenze sul mercato fa sì che il loro valore aumenti, e i tassisti si oppongono fermamente a qualsiasi iniziativa che possa minacciare i loro guadagni.
Si sospetta che i tassisti non dichiarino l’intero reddito, soprattutto dopo l’introduzione dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici per contrastare l’evasione fiscale. Un tassista bolognese, conosciuto come RedSox, ha pubblicato sui social network i suoi incassi giornalieri per denunciare l’alto tasso di evasione fiscale tra i colleghi. Le sue rivelazioni hanno evidenziato guadagni giornalieri ben superiori alla media dichiarata, scatenando polemiche e minacce da parte di altri tassisti.
In conclusione, la situazione economica dei tassisti italiani solleva diverse questioni riguardo alla sostenibilità dell’attività e alla trasparenza dei redditi dichiarati. La discrepanza tra i guadagni effettivi e quelli dichiarati, insieme ai costi elevati delle licenze e alla resistenza al cambiamento nel settore, evidenziano la complessità e le sfide che i tassisti devono affrontare nel mercato attuale.
Il disegno di legge estende il Daspo urbano, consentendo al Questore di vietare l’accesso alle aree di infrastrutture e pertinenze del trasporto pubblico, come le stazioni, anche a soggetti denunciati o condannati, nel corso dei 5 anni precedenti, e anche con sentenza non definitiva. Tutti gli emendamenti delle opposizioni che miravano a limitare il Daspo ai soli condannati in via definitiva sono stati respinti. Il capogruppo Avs in commissione Giustizia, Devis Dori, ha definito questa misura come una “febbre securitaria della destra” che “produce mostri”. La pentastellata Valentina D’Orso ha sottolineato che con questa norma, un cittadino comune colpito da una qualsiasi denuncia, anche da parte di un vicino di casa, può subire una limitazione al diritto costituzionalmente garantito della libertà di circolazione. Tuttavia, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni ha difeso la norma, spiegando che si tratta di misure che non prevedono il carcere e che possono essere decise dal Questore “in maniera ponderata e legate alla possibile pericolosità sociale del soggetto”, in linea con il “Daspo Willy” nato durante il Governo Conte 2.
Nel frattempo, la proposta dei democratici per dotare le divise delle forze di polizia di microtelecamere, quando impegnate in manifestazioni di piazza o sportive (le bodycam), è stata bocciata.
Il parlamento slovacco ha approvato giovedì un piano per rinnovare il radiodiffusore pubblico RTVS e cambiare la sua leadership. L’entrata in vigore avverrà a luglio dopo che il presidente avrà firmato il disegno di legge. Alcune delle modifiche hanno portato a proteste pubbliche e preoccupazioni per il controllo politico sulla libertà dei media. Il governo ha accusato il radiodiffusore di essere di parte e di ignorare opinioni diverse dalla corrente principale. La nuova legge cambierebbe il modo in cui viene scelto il consiglio di sorveglianza per RTVS. Il direttore di RTVS, Lubos Machaj, ha definito la giornata “nera” per i media slovacchi. Secondo la legislazione, il direttore di RTVS sarà sostituito prima della scadenza del suo mandato. La posizione sarà occupata da un consiglio di nove membri nominato dal ministro della Cultura e dal parlamento. Il nome del canale cambierà anche in Televisione e Radio Slovacca (STVR). Alcuni osservatori dell’Unione Europea e gruppi di difesa dei media hanno sollevato preoccupazioni sulle modifiche. Il primo ministro Robert Fico, salito al potere l’anno scorso, si è opposto ai media e alle organizzazioni che ritiene ostili nei suoi confronti. I media locali hanno riferito che i parlamentari dell’opposizione si sono ritirati prima di votare il disegno di legge, che è stato sostenuto da 78 parlamentari. Michal Simecka, capo del partito di opposizione Progressiva Slovacchia (PS), ha dichiarato che impugnerà la legge presso la Corte Costituzionale. Anche l’Unione Europea e la Vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova hanno espresso preoccupazione. Reporters Without Borders (RSF) ha dichiarato questo mese che permette “la politicizzazione del radiodiffusore pubblico da parte del governo che comprometterebbe fatalmente la sua indipendenza”.
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