Avatar: la via dall’acqua
Dopo tredici anni di attesa, il secondo capitolo di Avatar è arrivato al cinema. Avatar: la via dell’acqua è solo spettacolo senza cuore?
Figlio dal web, Hardcore è il primo film della storia a essere stato girato completamente in prima persona. Esperimento del post cinema geniale o disastro cinematografico?
Hardcore è un video di Youtube allungato di 90 minuti prodotto dal populismo dell’era moderna, pensato per fornire un intrattenimento frenetico, confusionale e ad alto tasso di adrenalina. Una pellicola che ha molto in comune con un videogame, da cui non solo prende la visuale in soggettiva ma anche lo stile, il tipo di narrativa, l’anima. Non ci sono scene ma livelli, ognuno con un’ambientazione diversa con ondate infinite di nemici da eliminare, proseguendo man mano a suon di cazzotti e mitragliate, passando per inseguimenti, fughe spericolate, corse su macchine, sezioni di cecchinaggio, fino ad arrivare al boss di fine gioco.
Seppur la trama non sia per niente orribile, anzi presenta alcune idee interessanti, colpi di scene per nulla banali e nella sua semplicità funziona, si capisce che è solo un pretesto per mostrare l’abominevole quantità di sparatorie, condite con splatter estremo, sparate ad un ritmo velocissimo con movimenti frenetici di telecamera che, senza il beneficio dei 60 frame per secondo dei videogame, saranno la rovina per i vostri bulbi oculari.
I personaggi, a parte Jimmy interpretato da uno Sharlto Copley stupendamente pazzo, sono tutti degli stereotipi del genere, piatti e monodimensionali. Il cattivo ha super poteri e vuole conquistare il mondo (ma dai?) e il protagonista a parte il nome e qualche flashback (dove appare Tim Roth per ben 3 secondi! Si vede che costava troppo) rimane completamente anonimo, una scelta probabilmente voluta dal regista per immedesimare di più lo spettatore. Un trucco che nei videogiochi funziona perché siamo noi a comandare il personaggio, ma in un film è solamente senza senso.
Il film presenta anche problemi di natura tecnica: le riprese sono state fatte interamente con due GoPro con il risultato che l’immagine, spalmata sullo schermo del cinema, risulta povera di dettagli, pastosa, con colori spenti.
Hardcore è frutto del web ed è li che dovrebbe rimanere non perché sia di cattivo gusto, ma perché la sala del cinema non è il suo posto.
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