Musk contro la figlia trans, Lega odia i nomi femminili e l’aborto in Polonia è ancora reato
Le liste d’attesa sono ancora lunghe in Italia e il nuovo decreto sanità è mal finanziato e contiene cose già esistenti
Sabato sera, nella zona di piazza Marina a Jesolo, un gruppo di giovani ha festeggiato l’addio al celibato di un futuro sposo di Zenson di Piave, travestito da Gesù e trascinando una grande croce di legno. La scena, che voleva essere goliardica, è stata considerata irriverente e blasfema secondo il regolamento di polizia urbana. La Polizia locale è intervenuta, identificando il gruppo e comminando al futuro sposo una multa di 200 euro, sequestrando anche la croce.
Gli agenti della Polizia locale, dopo una segnalazione, sono intervenuti per fermare l’insolita “via crucis” lungo la zona a traffico limitato. Il regolamento di polizia urbana, modificato negli anni passati per prevenire comportamenti pubblici contrari al decoro, prevede sanzioni per atti irriverenti e blasfemi. Questo tipo di addii al celibato erano più comuni qualche anno fa, ma la normativa severa del Comune di Jesolo ha ridimensionato tali eventi nel tempo.
La Polizia locale ha identificato il gruppo di amici, emettendo una sanzione amministrativa di 200 euro al futuro sposo e sequestrando la croce. L’intervento rapido degli agenti ha mostrato l’efficacia delle norme comunali nel mantenere il decoro pubblico e il rispetto per i culti religiosi. Nonostante la diminuzione di tali episodi negli anni recenti, l’episodio di sabato sera dimostra che le autorità continuano a vigilare attentamente su comportamenti simili.
In Italia, la blasfemia è regolata dall’articolo 724 del Codice Penale, che punisce con una multa chiunque pubblicamente bestemmia contro la divinità. Questa norma è stata rivista nel 1999 per depenalizzare la bestemmia, trasformandola da reato penale a illecito amministrativo, soggetto a sanzioni pecuniarie.
In Francia, la blasfemia non è considerata un reato penale. La legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato stabilisce la laicità del paese, garantendo la libertà di espressione, incluso il diritto di criticare le religioni.
In Germania, il reato di blasfemia è disciplinato dall’articolo 166 del Codice Penale, che punisce chiunque offenda pubblicamente le religioni riconosciute se tale comportamento mette a rischio la pace pubblica.
Nel Regno Unito, il reato di blasfemia è stato abolito nel 2008 con il Criminal Justice and Immigration Act. In precedenza, la blasfemia era considerata un reato solo se riguardava la Chiesa d’Inghilterra.
In Spagna, la blasfemia non è specificamente criminalizzata, ma la legge può perseguire atti che incitano all’odio religioso o alla violenza. L’articolo 525 del Codice Penale spagnolo punisce chi offende i sentimenti religiosi di una comunità.
Dopo le elezioni europee in Italia, a livello europeo verrà discusso un ampio piano con l’obiettivo di garantire alle forze dell’ordine un maggiore accesso ai dispositivi durante le indagini, per contrastare la crittografia, a discapito però della privacy. Il piano, descritto da Patrick Breyer del Partito Pirata, prevede 42 punti consigliati da un gruppo di esperti “di alto livello” e include diverse misure, come la reintroduzione della conservazione indiscriminata dei dati delle comunicazioni e l’obbligo per i produttori di dispositivi di garantire l’accesso alle forze dell’ordine, secondo il principio di “access by design”. Tuttavia, il documento sottolinea che tale accesso deve essere garantito in un modo che “non abbia un impatto negativo sulla sicurezza del loro hardware o delle loro architetture software”. Inoltre, viene proposta la creazione di una chiave master per smartphone, auto e dispositivi IoT, oltre a norme per l’accesso ai dati crittografati. I fornitori di servizi dovranno anche poter assicurare l’accesso ai dati GPS quando richiesto dalle autorità. Per assicurare la cooperazione delle parti coinvolte, è prevista anche la carcerazione “per assicurarsi che tali aziende, quando ospitano servizi di comunicazione di natura criminale, aderiscano adeguatamente con gli ordini giudiziari che ricevono”. In generale, viene consigliato di armonizzare il regime di raccolta e conservazione dei dati nell’Unione Europea, includendo l’obbligo di raccogliere e trattenere “dati sufficienti per assicurare che ogni utente possa essere identificato chiaramente” e l’indirizzo IP. Breyer ha commentato che “chiunque attacchi il nostro diritto a una crittografia sicura non sta solo attaccando il diritto alla privacy legalmente garantito, ma anche le aziende europee che ci fanno affidamento”, e che forzare l’accesso agli smartphone protetti dalla crittografia usati “esclusivamente per scopi criminali” renderebbe i nostri smartphone accessibili e insicuri a un livello più generale.
Il governo ha emesso un decreto legge “soft” sulle liste di attesa dopo la pressione di Meloni e Schillaci su Giorgetti. Il decreto contiene due novità significative per i cittadini: garanzia di prestazioni in intramoenia o attraverso il privato accreditato se le prestazioni non vengono erogate entro i tempi previsti e la possibilità di visite e accertamenti diagnostici anche il sabato e la domenica. Il Mef ha mostrato titubanza riguardo all’aumento del tetto di spesa per il personale e per il privato convenzionato, che potrebbe salire di circa il 10%. Il decreto ribadisce il divieto di chiudere le agende di prenotazione, l’obbligo di condividere le prenotazioni con il Cup regionale per il privato e il divieto di doppio lavoro per i medici, con sanzioni fino a 5000 euro per i trasgressori. Affronta anche il problema delle prestazioni prenotate e non effettuate, prevedendo sanzioni fino a 1000 euro per i cittadini che non si presentano. Alcune disposizioni, come l’aumento delle tariffe orarie per le prestazioni aggiuntive e la possibilità per le farmacie di svolgere analisi di primo livello, sono rimandate a un disegno di legge. Schillaci ha dichiarato l’intenzione di abolire il tetto di spesa per il personale e di garantire tempi rapidi per gli esami. Le Regioni hanno espresso preoccupazione riguardo alla mancanza di finanziamenti per le misure proposte nel decreto.
Il giro d’affari della sanità privata in Italia sta crescendo, trainato da una popolazione invecchiata e dalle lunghe liste d’attesa nel settore pubblico. Questo trend è confermato da un report su operatori sanitari privati con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro, pubblicato dall’Area Studi di Mediobanca. Nel 2022, i 31 operatori analizzati hanno registrato ricavi superiori ai livelli pre-crisi, superando i 10 miliardi di euro con un aumento del 2,7%. Si prevede un ulteriore balzo del 6% nel 2023. Tuttavia, la redditività complessiva è in calo a causa dell’inflazione, con un risultato netto negativo. La diagnostica ha registrato una forte crescita durante la pandemia, seguita dagli operatori ospedalieri e dai gestori di RSA. Al contrario, i player della riabilitazione hanno visto una diminuzione. La redditività è stata influenzata dall’inflazione, con un calo del margine operativo netto e dell’Ebit margin. Alcuni operatori hanno una presenza geografica ramificata sul territorio nazionale, mentre altri hanno attività all’estero. Le aspettative future prevedono un aumento del peso degli operatori sanitari privati, con un giro d’affari stimato intorno ai 70 miliardi di euro, pari al 40% del settore. La spesa sanitaria pubblica in Italia è al di sotto della media OCSE, e per raggiungere livelli simili a Germania e Francia sarebbe necessario un aumento significativo. La popolazione invecchiata e la crescente domanda di prestazioni sanitarie influenzeranno il settore nel prossimo futuro.
Tuttavia, le uniche disposizioni che trovano copertura finanziaria nel decreto sono quelle relative alla riduzione delle liste di attesa, mentre per il resto si fa affidamento sulle risorse già disponibili per le regioni. Nonostante l’importanza di queste misure, il decreto specifica che non devono derivare nuovi oneri per la finanza pubblica. I fondi necessari per coprire queste spese provengono in parte dalle risorse già stanziate dallo Stato per l’abbattimento delle liste di attesa, pari a un miliardo di euro secondo stime del Ministero della Salute.
Le reazioni al decreto sono miste: il Ministro della Salute si dichiara soddisfatto per aver ottenuto ciò che voleva, mentre le Regioni esprimono preoccupazione per la scarsità di risorse a disposizione per attuare le disposizioni. I medici sono soddisfatti per alcuni aspetti, come la detassazione degli straordinari, ma dovranno rinunciare alla libera professione all’interno degli ospedali in determinate circostanze. Il decreto impone anche divieti alle Asl e agli ospedali per evitare la sospensione delle prenotazioni e limita le pratiche che allungano i tempi di attesa.
Inoltre, il decreto prevede l’aumento annuale dell’1% del tetto di spesa per il privato convenzionato, una disposizione che è stata spostata in un disegno di legge separato. Alcuni critici accusano il Governo di favorire la privatizzazione della sanità, sottolineando la mancanza di risorse adeguate per affrontare efficacemente il problema delle liste di attesa. La battaglia politica sul decreto taglia liste di attesa sembra essere ancora in corso, dopo un confronto serrato con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Per attuare le misure previste nei sette articoli, saranno necessari altrettanti decreti attuativi. Questi includono la creazione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa per monitorare e intervenire dove necessario, l’inclusione di tutte le agende di prenotazione pubbliche e private nei Cup, la definizione dei piani triennali dei fabbisogni di personale e il potenziamento dei servizi socio-sanitari e dei dipartimenti di salute mentale. Il Piano Schillaci richiede ulteriori 60 giorni per essere applicato, mentre le Regioni hanno due settimane per presentare proposte di modifica. Le opinioni tra i governatori sono variegate, con alcune regioni che apprezzano il decreto e altre più prudenti. I finanziamenti per ridurre le liste di attesa sono un punto di contesa, con i governatori che ritengono che i fondi siano già stati stanziati nel fondo sanitario nazionale. Le categorie professionali sono divise sull’approccio del decreto, con alcune che lo lodano e altre che lo criticano. I rappresentanti dei camici bianchi ospedalieri sono arrabbiati per la disposizione che limita le prestazioni in libera professione. I medici di famiglia accolgono positivamente il decreto, mentre Cittadinanzattiva sottolinea la necessità di investimenti adeguati per il suo successo. Il bonus psicologico ha ricevuto molte richieste, ma i fondi sono limitati.
Il contenuto della pagina descrive la presenza di un partito di estrema destra chiamato Nsab-Mlns, attivo nell’area tra la provincia Nord di Milano, Varese, Novara e la Brianza. Questo partito, nato più di vent’anni fa, ha l’obiettivo di infiltrare i propri membri nelle amministrazioni pubbliche, concentrandosi soprattutto nei piccoli paesi per passare inosservati. Utilizzando simboli e sigle ispirati al nazismo, il Nsab-Mlns ha partecipato alle elezioni amministrative per diversi anni, ma è stato oggetto di indagini e interrogazioni che ne hanno limitato l’attività politica.
Recentemente, un giovane di nome Giovanni Franzo, legato al Nsab-Mlns e condannato per propaganda razziale, è stato inserito nelle liste di Forza Italia per le elezioni comunali a Mariano Comense. Nonostante la sua condanna, Franzo ha continuato a difendere le proprie attività politiche, affermando di aver diffuso propaganda nazista solo su social media e con volantini distribuiti nelle cassette della posta.
Nonostante le indagini e le controversie, il Nsab-Mlns continua a operare, gestendo un sito web e utilizzando il social network russo VKontakte. La difesa di Franzo sostiene che le attività del partito rientrino nella legittima sfera politica e che il suo programma non abbia legami evidenti con il nazismo, ma il GIP di Milano sospetta che dietro questa facciata si nascondano contenuti propagandistici inaccettabili.
Le indagini passate hanno rivelato celebrazioni naziste legate al Nsab-Mlns, e la presenza di ex membri di questo movimento nelle liste elettorali attuali solleva preoccupazioni riguardo alla presenza di ideologie estremiste nel contesto politico italiano.
La tribù Marubo in Brasile, composta da circa 2.000 membri, è stata connessa alla rete nove mesi fa tramite il servizio Starlink, portando la comunità remota della foresta pluviale lungo il fiume Ituí a navigare in internet per la prima volta. Tuttavia, anziani della tribù si lamentano del cambiamento negativo che ha portato l’internet, affermando che i giovani sono diventati pigri e stanno adottando comportamenti non consoni alla loro cultura tradizionale.
L’arrivo del servizio ha portato ad una divisione all’interno della tribù, con preoccupazioni riguardanti la diffusione di video pornografici tra i giovani e un cambiamento nei comportamenti sessuali più aggressivi. Nonostante i benefici iniziali come la possibilità di contattare rapidamente le autorità in caso di emergenze, come morsi di serpente potenzialmente letali, e la condivisione di risorse educative con altre tribù amazzoniche, ci sono stati anche effetti negativi evidenti.
Alcuni membri della tribù ora sognano di viaggiare nel mondo o di intraprendere nuove carriere, ma ci sono preoccupazioni riguardo alla perdita delle tradizioni e della cultura tramandate oralmente. I leader della tribù hanno limitato l’accesso a internet per evitare che la dipendenza possa compromettere la storia e la cultura della tribù stessa. Alcuni genitori sono preoccupati per i loro figli che potrebbero essere esposti a contenuti dannosi come giochi violenti o truffe online a causa della mancanza di alfabetizzazione digitale. Inoltre, alcuni critici esprimono preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale dei satelliti Starlink e alla sostenibilità a lungo termine dell’infrastruttura necessaria. Inoltre, l’implementazione richiede significativi investimenti finanziari e tecnici per garantire che il servizio sia affidabile e accessibile a tutte le comunità target.
Guardando al futuro, il successo di Starlink in Brasile potrebbe fungere da modello per iniziative simili in altre parti del mondo. Se riuscirà a fornire una connessione stabile e affidabile nelle aree remote dell’Amazzonia, potrebbe rivoluzionare l’accesso a internet in regioni sottoservite a livello globale, contribuendo in modo significativo allo sviluppo socio-economico di queste comunità.
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