Ant-Man and The Wasp: Quantumania
Ant-Man and The Wasp: Quantumania avvia la quinta fase del Marvel Cinematic Universe. Un buon inizio o la strada della decadenza è segnata?
Quando a marzo vidi per la prima volta Batman V Superman: Down of Justice, uscii dalla sala con l’elettrocardiogramma emozionale piatto. Il film fallì nel tentativo di farmi affezionare ai suoi personaggi, usati come punch ball per orribili scontri in computer grafica, freddi e inumani. A distanza di più di tre mesi, ho deciso di dare una seconda possibilità all’ultima opera di Zack Snyder e rivederlo nella sua versione estesa, la Ultimate Edition.
Uno dei difetti più grossi della versione cinematografica è una sceneggiatura scricchiolante, dovuto a un taglio in cabina di montaggio di un gran numero di scene che avrebbero meglio esposto la storia. Questa versione Ultimate con 30 minuti extra risolve questo difetto: riempe i vuoti narrativi e spiega, approfondendo maggiormente i motivi dello scontro finale, diverse scelte apparentemente insensate nella versione uscita al cinema.
Nonostante ciò Batman V Superman: Down of Justice Ultimate Edition non è un buon film. Non è proponibile un blockbuster movie, il cui scopo principale dovrebbe essere quello di intrattenere, della durata di più di 3 ore in cui le scene vuote e tagliabili occupano gran spazio della pellicola. L’egocentrismo di Snyder rende la sua opera impermeabile alle emozioni, incapace di creare empatia tra il pubblico e i protagonisti, la cui morte non fa né caldo né freddo. La sua mania di rendere ogni cosa che tocca stupidamente epica e gloriosa, con tripudi di effetti speciali, è odiosa.
Il film di supereroi sono belli perché il pubblico si innamora dei suoi personaggi e se questo non accade allora non hai centrato l’obiettivo.
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